26 aprile 2014

Il Patto

Buongiorno amici di Educazione Consapevole!

Sono qui a condividere con voi un breve scambio di battute che ho avuto nei giorni scorsi con una persona quasi sconosciuta. Una persona con la quale, nello spazio di un paio di minuti, ho stretto un patto.



Non temete, non sono impazzita... adesso vi spiego.
Avevo appena posteggiato l'auto in un parcheggio a pagamento... e avevo contestualmente scoperto di non avere nemmeno una monetina per il parchimetro. Decido di prelevare al bancomat, per poi chiedere a qualche pietoso esercizio commerciale di cambiarmi la moneta... Taglio minimo prelevabile: € 20,00.

Con quella banconota azzurrina tra le mani mi dirigo (non molto) speranzosa verso un barettino, nel quale a volte entravo anni fa, quando mi servivano i biglietti dell'autobus e abitavo in zona.

Il titolare, un uomo sulla sessantina sempre gentile, sta lavando il pavimento. Il momento peggiore per entrare e una richiesta forse fastidiosa da fare. Grandioso, mi sento già in colpa prima di aver messo piede dentro la stanza! 

Subito dico che aspetto ad entrare per non sporcare a terra e subito mi viene detto di non preoccuparmi. Sollievo. Allora entro e cammino come i topolini costeggiando il muro, cercando di lasciare meno orme possibile... Il titolare sorride. Sollievo aumentato. 

T(itolare): "Dimmi tutto, cosa ti serve?" - e guarda la banconota che tengo in mano
I(o): "...ehm... quasi quasi non ho il coraggio..." - sorriso imbarazzato
T: "ti cambio con due da dieci?"
I: "...ehm... mi servirebbe un taglio più piccolo ma..."
T: "non preoccuparti, dimmi esattamente cosa ti serve"
I: (sollevata come non mai di fronte a tanta disponibilità) "non ho moneta per il parchimetro, mi serve un cinque euro in monetine e il resto come vuole lei".

L'uomo che ho di fronte apre la cassa e mi dà esattamente quello di cui ho bisogno, senza dire nulla e chiedendomi se è ok, con un sorriso. 

Non ho potuto evitare di dirgli "ma lei è un tesoro, grazie!!".

Lui sorride un po' meno. Dice che sua moglie non la pensa così. E che lui, ormai, non la ascolta più.

Anche io sorrido un po' amaramente, perchè sento e capisco che è sincero.

Gli rispondo che è più facile incontrarsi per due minuti ed essere cooperativi, gentili e disponibili con uno sconosciuto, piuttosto che esserlo con un compagno di vita col quale si condivide la quotidianità, magari da un paio di decenni.

Annuisce, il titolare del bar. E dice che secondo lui il problema è che manca il tempo e che ci si è dimenticati di come si fa ad essere gentili e disponibili anche se alle spalle ci sono i bisticci, i litigi, le delusioni, la stanchezza di una vita insieme.

Sembra un bilancio, anzi, una bilancia. Di quelle a due piatti. 

Uno è pieno di cose che non vanno e il suo peso affossa tutto, fa dimenticare che c'è un altro piatto, quello dell'amore, della speranza, della benevolenza, della pazienza, del desiderio di rendere felici coloro che abbiamo vicino.

"Allora adesso io e lei facciamo un patto", gli dico. E lui mi guarda incuriosito, un po' stupito. "Quando lei stasera andrà a casa da sua moglie, le darà un bacio così, all'improvviso. Senza alcun motivo e senza spiegazioni. E io farò la stessa cosa con mio marito. Siamo d'accordo?".

Mi guarda in silenzio, quest'uomo che potrebbe essere un mio giovane papà. Ho la sensazione che mi guardi proprio con quest'animo. Non per altri motivi o con altri meno nobili intenti, ma proprio come un padre.

Sorride, questa volta pienamente. E mi batte il cinque con la mano.

Esco da quel barettino dal pavimento quasi asciutto con le monetine in tasca ed un pensiero in testa. Raccontare a voi di questo incontro. E proporvi lo stesso patto, allargandolo ai vostri figli, qualsiasi età abbiano.

Diamo loro un bacio all'improvviso, oggi. Non per farci perdonare dell'ultima volta che abbiamo perso la pazienza, non per ricompensarli dell'essere stati come noi desideravamo, non per ipotecare una richiesta o per accaparrarci un loro assenso.

Ma solo e unicamente per amore, per ricordare che ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide.

Un saluto a tutti,
Maria Beatrice 

Nessun commento: