Buonasera a tutti voi, amici carissimi di Educazione Consapevole!
Penso a questo post esattamente da ieri sera. E' uno di quei pensieri che danzano leggeri leggeri in continuazione, di sottofondo, discreti a prima vista e invece persistenti e determinati come avessero una propria volontà.
Non c'è stata ora in questa giornata nella quale non abbia pensato almeno per un istante a questo post. E alla fine ha vinto lui: è già qui, che prende forma mentre lo scrivo per voi e, forse, per me.
Che immagine evoca nella vostra mente il titolo "A braccia incrociate"? A me fa pensare subito a un'immagine di riposo, di relax... (ho bisogno di ferie, si capisce?! ). Oppure a un'immagine di ascolto, del tipo io-ti-parlo-tu-mi-ascolti-a-braccia-incrociate. O anche a un'immagine di protesta, una specie di sit-in del corpo che si blinda e si oppone passivo a qualcosa o qualcuno.
In realtà, nessuna di queste immagini corrisponde a ciò che si nasconde dietro e dentro questo titolo.
Si tratta, infatti, di un contorsionismo amorevole, una di quelle cose che solo una mamma può inventarsi. Potere della flessibilità, della fantasia e del facciamo-di-necessità-virtù.
La cosa è nata così, da un cosleeping molto freestyle. Da un bimbo "grande" che dorme placido nel sidebed, accanto alla mamma. Da una bimba piccola che dorme nel lettone, tra mamma e papà. Da un papà che chiude la fila e supervisiona il gruppo.
Come si fa a dare la mano a due bimbi contemporaneamente e senza entrare nel tunnel dei formicolii, delle posture dolorose e delle improbabili angolazioni degli arti? Con un po' di fantasia e ricordando la storiella che narra di come l'inferno e il paradiso siano entrambi allestiti con una tavola imbandita e lunghissime posate. All'inferno ognuno pensa solo a sè e cerca di mangiare, ma con le lunghissime posate non riesce a nutrirsi di alcunchè. In paradiso, invece, ci si imbocca a vicenda e tutti ricevono ben più del necessario.
Braccia lunghe, lunghe come le lunghissime posate... E allora, la mano destra finisce al bimbo grande che sta alla sinistra. La mano sinistra, va a prendere la piccola che sta alla destra. E la mamma si ritrova a braccia incrociate, guarda i suoi figli e sbircia il papà che tiene nella sua manona l'altra manina della piccola. Guarda il soffitto, sorride, scuote la testa ridendo con una lacrima che scivola sul cuscino. Chiude gli occhi. E si addormenta.
Come ho trovato scritto su una bella immagine della pagina facebook di Mammole "Non ho bisogno che sia facile. Ho bisogno che ne valga la pena".
Buonanotte a tutti!
NB: l'immagine è presa dalla pagina facebook de "Il Bambino Naturale" ed è stata tratta da "Kids"
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