6 giugno 2012

Effetto fascia

Buongiorno a tutti!

 
Oggi intendo condividere con voi l'esperienza del “portare” (portage, babywearing, babycarrying che dir si voglia...) che sto facendo da alcune settimane a questa parte.

Memore del fallimento occorso con il tentativo di portare in fascia il mio primo figlio (non solo ero decisamente meno consapevole di ora, ma ero anche più incerta e dubbiosa sulle mie capacità, nonché piuttosto “sola” nelle mie acerbe idee sul maternage ad alto contatto), questa volta avevo deciso di giocare d'anticipo e in-formarmi per tempo.

Avevo inziato leggendo “Portare i piccoli” di Esther Weber (primo libro recensito nella sezione “Il libro sul comodino – Sharing Reading” di questo blog) e mi ero così avvicinata seriamente al mondo delle mamme che scelgono di portare addosso i propri piccoli.

Frequentavo il blog di Mammacanguro – che conoscevo già personalmente per questioni professionali – e cercavo di apprendere le varie legature, senza però provare a realizzarle (non avevo fascia, né lunga né corta).

Mettendo insieme il tutto e mescolando con attenzione la decisione era ormai presa: una volta nata, avrei provato a portare la mia piccolina.

Sentivo che le sarebbe piaciuto; fin dalla vita nel pancione si era rivelato il suo gradimento per il contatto fisico, la sentivo rilassarsi sotto le carezze vigorose che provvedevo a fornirle quando si muoveva molto o puntava piedini e manine negli angoli più remoti della sua dimora uterina.

“Questa è una coccolona” - dicevo a tutti - “la fascia le piacerà”.

E avevo ragione. Quello che ancora non sapevo, però, era il ruolo che la fascia avrebbe avuto per noi: un vero “salvavita”. Vi spiego cosa intendo.

Dopo le prime tre settimane di vita ultrapacifica, con pasti da lupetta e nanne da orso in letargo, sono arrivati a farci una sgraditissima e continua compagnia i mal di pancia. E la sottoscritta non era per nulla preparata.

La piccola pacifica si era improvvisamente trasformata in una bimba cotinuamente disturbata dalle bizze di un pancino sempre stizzoso. Aria ingurgitata in dosi industriali ad ogni pasto (“ma perchè non si attacca più bene?”), poppate mai concluse, nervi a fior di pelle, pianti, ore di massaggi al pancino secondo i dettami di Vimala McClure da buona insegnante AIMI e, soprattutto, ore e ore di camminate saltellanti per casa con la piccina in braccio.


Immaginate il crollo verticale della qualità di vita di questa bambina e di tutta la famiglia. Un disastro!

Pochi giorni prima che tutto questo accadesse, con l'insostituibile aiuto della mia amica Francesca mi ero cucita una pouch-sling, che avevo usato con successo da subito (anche se ancora adesso non sempre l'ingresso in fascia della piccola mi riesce bene al primo tentativo). Detto, fatto. Bimba nella fascia: le due, tre ore quotidiane di passeggio domestico serale e notturno erano già meno drammatiche e fisicamente più sopportabili. Fascia benedetta! La mia piccolina dormiva due, tre, anche quattro ore dentro quel rettangolo stondato di stoffa a quadretti. E questo le permetteva di riacquistare un pochino di serenità e di riposo.


Poi ho frequentato il corso Wombato per imparare a portare con la fascia lunga, sempre con Mammacanguro. E da quel momento ho iniziato a vivere con la fascia addosso. Me la metto al mattino e la tolgo che è già notte.
 
Con questa lunga striscia di cotone addosso accompagno il piccolo uomo a lezione di Karate, vado in chiesa, al supermercato, nel bosco, al parco, in biblioteca... Ovunque mi possa spostare a piedi la fascia e la mia pulcina sono con me. Mi chiedo come potrei farne a meno!

E, ovviamente, suscito la curiosità e i commenti di moltissime persone che incontro (e credo che ogni mammacanguro sappia bene cosa intendo!).

La maggior parte delle persone è incuriosita e gentile, tutti chiedono quanto ha la piccola e se sta comoda (soprattutto chiedono: “ma respira?!”. A uno ho risposto: “No, soffoca, però mi diverto a vedere se resiste”. Mi ha guardato male...). C'è chi mi guarda e non parla e anche chi critica e dice “Queste mamme moderne...” scuotendo sconsolato il capo.

Ho ricevuto le domande più tecniche da una ragazza diversamente abile che mi ha chiesto quanti chili poteva portare la fascia (“questo marsupio”, l'ha definita) e se potevo portare anche sulla schiena; una signora mi ha detto da dietro una cancellata “anche mia nuora portava sempre così mio nipote! Brava, se la tenga stretta lì, intanto che può...!). Una ragazzina vedendomi dice alla mamma “ma non respira lì dentro!” e la mamma risponde “ma certo che respira, sente il caldo della sua mamma e sta bene”. Che gioia!


Ognuno reagisce a suo modo, dando ciò che ha dentro ed esprimendo ciò che è.

Ma sono i bambini a farmi pensare, perchè mi guardano straniti con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Nessuno di loro ha mai detto “la fascia!”, nessuno di loro ha mai sorriso a un ricordo di vita. Mi guardano come se fossi un'aliena. E mi dispiace molto, perchè questa del portare è un'esperienza speciale per me ma – ne sono certa – anche per la mia bimba. Possibile che nessuno dei bimbi che incontro sia o sia stato un bimbo “portato”?

Prima di chiudere il post è giusto ricordare che anche la fascia, come qualsiasi altra scelta di vita quotidiana che operiamo con e per i nostri figli, insegna loro qualcosa. Il tempo mi farà capire come gestire il nostro portare/essere portati, perchè so, sento e vedo che la fascia è ormai già abitudine ben salda per la mia piccola. E questo ha un prezzo. Ma, una volta tanto, mi sento di pagare volentieri.


Un saluto a tutti, vi aspetto con i vostri commenti e, se volete, anche nel gruppo facebook di Educazione Consapevole! 

 
Maria Beatrice (e la sua piccola che dorme nella fascia...) 


16 commenti:

Cra ha detto...

Ciao! Potrei dirti molto sul portare, i lati romantici, quelli educativi e psicologici, quelli comici (che riguardano prevalentemente i commenti della gente), ma soprattutto quelli pratici (in spiaggia, quando piove, a Venezia con l'acqua alta...)...
Anche io utilizzo fascia lunga (elastica) e Mei Tai e lo trovo un bel modo di stare con la mia piccola (e quando era più piccolo col suo fratellino).
Siccome davvero sarebbero tante le cose da dire vorrei limitarmi a raccontarti quello che è successo oggi.
Sto iniziando a far fare qualche assaggio di pappa alla piccola, siccome la allatto a richiesta non sempre riesco a trovare il momento giusto in cui è tranquilla, non ha troppa fame ma nello stesso tempo è con noi a tavola...
Oggi siamo usciti a fare un giretto, il "grande" in monopattino, la piccola nel Mei Tai.
Ha dormito addosso a me a lungo, anche al ritorno a casa, mentre cucinavo...poi s'è svegliata tutta sorridente e ha mangiato a tavola con noi un bel po' di pappa, serena, felice...come se il fatto di sapere che la mamma c'è (una consapevolezza che il contatto dà ai bimbi, la famosa base sicura) le avesse dato lo slancio per staccarsi un po' da me (mangiando altro e non solo "me" intesa come il mio latte ma anche il mio contatto).
Non so se mi sono spiegata e se le mie sensazioni corrispondono al vero ma io l'ho vissuta così!
Cra.

Sibia ha detto...

il tarta ed io andavamo a fare passeggiate a piedi dai 14 mesi: questo è il risultato del portare! Invece tutti i bimbi che incontro sono barricati nei passeggini fino ai 3 anni!!

Educazione Consapevole ha detto...

E che tu l'abbia vissuta così è ciò che conta, mammacra, perchè ogni cosa non è che come la vediamo :)
Grazie per il tuo commento da "veterana" del portare e anche per aver introdotto il delicato tema dello svezzamento!
Un abbraccio ai tuoi bimbi :)

Educazione Consapevole ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Educazione Consapevole ha detto...

Ciao mammasibia, grazie mille anche a te che testimoni come lo sviluppo (psico)fisico dei portati sia particolare e particolarmente interessante!
Una nota di colore: ieri ho visto un bambino di 5 anni nel passeggino... era talmente "lungo" di gambe che non sapeva dove metterle... :(
Estremi irragionevoli, a mio parere!
Un abbraccio a te e al "tarta" ;)

Francesca-Il caffè delle mamme ha detto...

Ho conosciuto la fascia per caso, durante la mia seconda gravidanza, ne ho acquistata una on-line, la didymos lunga, se non ci fosse stata la fascia, non so dove sarei adesso, e non scherzo, perchè la mia bimba è sempre stata difficile, già in pancia, e dopo non ti dico.Dormiva solo nella fascia, a tre mesi finalmente le diagnosticarono il reflusso e on la terapia migliorò molto, ma non ho smesso di portarla in fascia.Il mio terzo piccolo invece non ne vuole sapere, ogni tanto ci provo, ma lui non si lascia corrompere da nulla!!!Adesso voglio provare un mei-tai magari gli piace di più!!!

Daria ha detto...

Che bello questo post! Mi ritrovo molto in quello che scrivi avendo portato la mia prima bimba e portando tuttora la seconda che ha 16 mesi... mi piacciono soprattutto le tue osservazioni finali sugli sguardi degli altri bambini cosa che ho notato anch'io. Vedrai invece come per tua figlia sarà normale usare la fascia anche per le sue bambole come fa attualmente la mia più grande!

Barbara ha detto...

Ciao Beatrice,
da mamma che non ha "portato" non per scelta ma per non conoscenza, leggo con entusiasmo la tua esperienza e penso che il contatto fisico comodo e sereno fra mamma e bambino dia un valore aggiunto alla reciproca conoscenza; il contatto più tradizionale (in braccio, su un braccio a pancia un giù, e svariati altri modi che ogni mamma ha inventato) è decisamente meno comodo e rilassato!
Divulgherò il metodo fascia a chi, come me, non lo conosce :)

Barbara

Educazione Consapevole ha detto...

Ciao Francesca, non sei l'unica mamma che è stata salvata dalla fascia per il problema del reflusso... sapessi quante ne ho sentite!!!! E ho già un mei tai prestato che ci attende.... ;)
GRAZIE per il tuo commento, ti aspetto ancora! :)

Educazione Consapevole ha detto...

Ciao Daria, giusto ieri sera una bimba mi ha guardato e mi ha fatto la domanda più importante: "perchè?!".
Mi ha spiazzato!!!!!!!!!!!
Le ho risposto "perchè così sta in braccio alla mamma e sta bene". Non l'ho soddisfatta, però, con questa risposta... :(
A te è mai capitato di sentirti fare domande così?! ;)

Educazione Consapevole ha detto...

Ciao Barbara! Sono molto felice di aver suscitato l'effetto a cascata riguardo la fascia! Se qualcuno mi avesse aiutato un po' avrei potuto provare anche con il mio primo bimbo... magari questa fortuna toccherà a qualcun altro anche grazie alle nostre informazioni ;)
E GRAZIE anche per aver commentato: ti aspetto anche negli altri post! :)

sabrina ha detto...

Io ho avuto la grazia di portare tutti e tre i miei bambini e mi autodefinivo mammacanguro quando la fascia non era ancora neppure approdata (ormai quasi 9 anni fa).
La mia Maddi (6 anni) ha una magnifica fascia gioco con cui porta il suo bambolotto.
Dai che adesso se ne vedono. Dai che in fondo l'istinto di ogni mamma è portare. Magari non tutti lo fanno per così tante ore, non tutti così alla luce (ma che ne sappiamo di ciò che fanno a casa!?). Insomma, non riesco a vedere così nero come te; credo fermamente che il mondo stia migliorando, anche grazie alle mamme e ai papà!

Educazione Consapevole ha detto...

Ma non vedo nero, mammasabrina :)

E credo anche io che il mondo stia migliorando, o almeno lo spero fortissimamente.

Un bacio :*

sabrina ha detto...

Allora mi sa che sono io che fraintendo...
E' vero, alcuni modi di educare si vedono ancora poco e c'è molto qualunquismo. Però non è così difficile trovare chi condivide, almeno in parte, una educazione consapevole! Non mi sento poi così sola (ci sei tu!) e mi sembrava, il tuo, uno sfogo un po' in negativo... Ma forse sono io che vedo il nero dove non c'è! Pardon!

Educazione Consapevole ha detto...

...ci sono io?
Ci sei tu ;)

E, credimi, non ho voluto dipingere di nero qualcosa che non lo è. Anzi!
L'unico passaggio un po' malinconico del post riguarda le reazioni dei bambini. Ma è una malinconia un po' giustificata...

Educazione Consapevole mi sta regalando incontri e pensieri positivi e stimolanti, da genitori "alla ricerca" e dai loro bambini.

Mi sento meno "diversa", adesso. E' un vissuto personale, magari non del tutto suffragato dai dati oggettivi, ma molto persistente.

Grazie per avermi aperto gli occhi - ancora una volta e ancora di più - su quello che ho nel cuore.

Ti abbraccio :*

sabrina ha detto...

Anche io ti abbraccio! E forte!
Sì, per me rappresenti un riferimento e una presenza costante.
Il grazie è reciproco...