29 marzo 2012

Crescere un figlio costa € 300.000,00 - La mia opinione

Buongiorno a tutti voi! 

Stamattina ho ricevuto una mail da un'ostetrica di mia conoscenza che mi segnalava un articolo comparso su L'Eco di Bergamo.it dal titolo "Mantenere un figlio costa 300mila euro. Tu cosa ne pensi? Scrivicelo in redazione".

Un invito a nozze per Educazione Consapevole! Detto fatto: ho letto l'articolo e ho inviato alla Redazione il commento che vi posto di seguito: vediamo cosa succederà...

"Spettabile Redazione,
ho letto l'articolo da Voi pubblicato circa la stima di costo effettuata dalla rivista "Amica" in merito alla crescita di un figlio, dalla nascita all'università.

E' purtroppo innegabile come oggi il costo della vita sia eccessivo, specialmente in riferimento a ciò che è necessario e non voluttuario; per cui nulla da dire rispetto al calo del potere di acquisto delle famiglie italiane - che è drammatico - e alla relativa riduzione delle possibilità di spesa.

Credo anche, però, che molto si debba pensare e riflettere in merito a ciò che abbiamo purtroppo imparato a considerare "necessario" - e che necessario in realtà non è.

Sono mamma di un bambino di quasi cinque anni e tra pochi giorni nascerà la nostra seconda figlia, per cui credo di poter parlare con cognizione di causa in merito a ciò che significa fare delle scelte quotidiane e continue per far quadrare il bilancio familiare e non solo.

Qualsiasi coppia che si trova di fronte alla nascita di un figlio può scegliere sin da subito di abbattere in modo drastico i costi relativi agli acquisti, agendo non solo in modo più consapevole ma anche più responsabile e più sostenibile per sè e per il Pianeta. Ritengo di non esagerare se affermo che il 90% di ciò che si acquista perchè "indispensabile" non lo sia, in realtà. Le soluzioni per una genitorialità a basso costo e a basso impatto esistono e le iniziative per far ricircolare i beni più costosi per ogni neofamiglia si stanno fortunamtamente moltiplicando sul territorio bergamasco.
Si pensi alle iniziative del "Mercatino delle neomamme" create da Fiammettta Macchi - Blogger di Spazio Neomamma - e ai numerosi incontri di sensibilizzazione ad opera di associazioni e simili relativi al consumo consapevole (domani, ad esempio, a Seriate ci sarà Giorgia Cozza, autrice di "Bebè a costo zero" - Leone Verde Edizioni, per presentare il suo nuovo libro).

Mi si può dire che poi i figli crescono e che - come sottolineato nell'articolo - le spese più grosse sono quelle relative all'istruzione. Io non ho mai fatto un viaggio studio all'estero nè ho frequentato particolari corsi (e ho comunque potuto frequentare ottime scuole grazie a borse di studio), eppure la mia professionalità si è comunque potuta costruire degnamente nel tempo, grazie all'impegno e alla fatica, parola così poco gradita oggigiorno...

La vera ricchezza di cui un figlio ha bisogno, negli anni '50, '60, oggi, domani, ieri e da sempre è a costo zero e si tratta della relazione amorevole con i propri genitori. Qualsiasi bambino può esprimere al massimo le proprie potenzialità se nasce e cresce in un contesto che invece di bombardarlo di stimoli sa rispondere ai suoi bisogni che sono pochi, basilari e semplici: cura, protezione, contatto, ascolto, comunicazione.
I nostri figli non hanno bisogno di cellulari di ultima generazione, notebook sempre più costosi, scuole iperprestigiose; siamo noi a creare bisogni inesistenti e a non riconoscere più quelli veri.

Conosco adulti che hanno avuto tutto ciò che si poteva desiderare fin da piccoli: l'ultimo modello di qualsiasi cosa, possibilità di viaggiare, di studiare... eppure non sono nè felici nè realizzati. Conosco anche altri adulti, quelli che sono stati bambini "normali" eppure davvero privilegiati, perchè amati e cresciuti in famiglie in cui alla vita veniva attribuito un senso più profondo e più vero, al di là di ciò che si poteva acquistare: questi bambini sono diventati adulti molto più felici e realizzati.

Consentitemi un ultimo pensiero: nell'articolo da Voi pubblicato si legge che "Si cerca poi di educare i ragazzi al senso di responsabilità e a uno stile di vita meno consumistico, anche se «non è facile»".
Vero: ma nessuno ha mai detto che essere genitori sia facile, anzi. I nostri figli guardano a noi per capire il mondo e per farsi un'idea di "modello" da imitare: abbiamo una grande responsabilità ma anche una grande possibilità, che è quella di aiutare nuove persone - cittadini e genitori di domani - a crescere riuscendo a distinguere ciò che è davvero necessario da ciò che non lo è. A mio parere si tratta della sfida più importante e più emozionante che si possa affrontare nella vita. E vale la pena di farlo!

Grazie per l'opportunità da Voi offerta di commentare l'articolo e condividere questi pensieri.

Maria Beatrice Nava

www.educazione-consapevole.blogspot.com"

E voi, cosa ne pensate?
Aspetto i vostri commenti!

Maria Beatrice 

4 commenti:

Francesca ha detto...

Ciao Bea. Alle tue considerazioni, che condivido, mi permetto di aggiungerne una. Sono profondamente seccata da questa attitudine generale a considerare i figli un mero costo economico, e mi spaventa moltissimo la constatazione che questa attitudine ha il terribile effetto di indurre le donne e gli uomini a rinunciare ad avere figli perchè " non se lo possono permettere". Mi son trovata a parlare con coetanee ( cioè 33 anni, non ragazzine) che affermano di non potere avere figli, perchè lo stipendio è una miseria, i soldi sono pochi, non ci sono certezze, etc. A forza di aspettare certezze - che magari non arrivano -, soldi -che nessuno regala-, stili di vita scintillanti - a cui credo poco -, quante persone rinunceranno ad avere figli? Quante aspetteranno fino a non poter più averne? Quanti si sentiranno ingannati perchè otterranno, bontà loro, soldi, certezze e figli e si accorgeranno che comunque è difficile? Quanti bambini non nasceranno perché i loro non genitori saranno stati terrorizzati dai costi? Forse sono un po' catastrofica e pessimista, ma mi domando: se i nostri nonni durante la guerra avessero deciso di non fare figli perchè non c'erano certezze e i tempi erano bui, noi adesso saremmo qui a parlare?

Educazione Consapevole ha detto...

Ciao Francesca. :)
Sono d'accordissimo e mi piace come hai posto la questione, con un atteggiamento deciso e un po' provocatorio che induce a farsi le domande che tu stessa hai posto...
Ci penso anche io alle donne che rimandano e rimandano e rimandano perchè attanagliate da varie paure o perchè perse a rincorrere certezze che o non raggiungeranno o che non saranno poi così certe come sembrava... E intanto non solo l'orologio biologico corre, ma si perde per strada la spinta naturale a trasformarsi in madri, rischiando disillusioni a volte profondissime e negandosi gioie altrettanto profonde. Nessun giudizio nelle mie parole, ci mancherebbe, ma comunque un personalissimo grido di allarme per correre... non "ai ripari"... ma incontro alla Vita!
Grazie per il tuo commento!!

andrea ha detto...

Ma poi hanno risposto?

Educazione Consapevole ha detto...

Macchè!! :(