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13 aprile 2012

L'amore, se lo dividi, si moltiplica

Buongiorno a tutti!

Eccomi per condividere con voi un pensiero e, insieme, un pezzo della mia esperienza di mamma. 

Settembre 2009, ambientamento al Nido del mio piccolo uomo. Chiacchiere tra mamme in ansia, tese ad ascoltare i rumori provenienti dalla porta del Nido durante i primi brevi distacchi dai nostri piccoli.
Una delle mamme (già mammabis) mi chiede se ho intenzione di avere un altro figlio; io le rispondo "no, non riesco ad immaginare di dividere il mio cuore, non so se riuscirei ad amare un altro figlio come amo quello che ho ora". La mammabis mi guarda e mi dice: "l'amore, se lo dividi, si moltiplica". Io la guardo ammirata ma penso che no, non fa per me, non sarò mai una mammabis.

Estate 2011, test di gravidanza positivo! Mille pensieri, mille domande, tanti dubbi, tanta gioia. Insomma: il caos emozionale più completo.

Primavera 2012: la mamma che era certa non sarebbe mai stata mammabis ha il privilegio di diventarlo, partorendo la sua piccola meraviglia in modo consapevole, avendo la fortuna di poterla far nascere in acqua, di poter vedere il cordone lasciato pulsare per diversi minuti prima di essere clampato e tagliato, di poter attaccare al seno la propria figlia pochi istanti dopo la nascita, ancora immerse nell'acqua già rossa della vasca. La neomammabis non si vede portare via la piccola per il bagnetto e le altre procedure di routine prima di due ore e mezzo e in quel lasso di tempo si tiene al seno quella nuova vita, ricoperta di vernice caseosa, tutta appiccicosa e con gli occhietti mezzi chiusi.

E' in questi gesti e in questi momenti che ogni dubbio inizia a svanire; il pensiero è diviso tra il piccolo uomo che aspetta di conoscere la sua sorellina e la piccola meraviglia che desidera solo stare addosso alla sua mamma e farsi carezzare dal papà.

Il Rooming-in è totale, ma i distacchi imposti dalle regole del Nido del reparto maternità sono lunghi e la neomammabis inizia a disorientarsi. Non vuole lasciare la piccola per due, tre ore di fila.
Quando le ore diventano quattro... la cosa si fa insostenibile e il disorientamento si trasforma in angoscia.
E quando la neomammabis arriva a chiedere la dimissione anticipata (a 24 ore dal parto), si accorge di quanto l'amore per i propri figli, entrambi, sia la cosa più naturale, spontanea e fisiologica del mondo.
L'istinto materno ha il sopravvento e niente altro conta, né le parole incredule e un po' dure del pediatra del Nido, né quelle ancor meno gentili della puericultrice, che mi informa che possono mandarci i Carabinieri a casa se il giorno dopo non ci presentiamo per far eseguire il test di Guthrie sulla piccola.

Chissà cos'hanno pensato quelle persone, di fronte alla mia richiesta di andare a casa. Forse che ero strana, che non sapevo ciò che facevo, che sbagliavo.

Ma l'amore che aveva iniziato a moltiplicarsi non poteva tollerare altre separazioni; voleva solo ricongiugersi con gli oggetti della propria attenzione. Voleva solo tornare a casa.

 Aveva ragione la mamma che mi parlò tre anni fa, al Nido. Lei aveva già provato. Sapeva che l'amore, se lo dividi, si moltiplica.

Adesso anche io lo so. 

Vi aspetto con i vostri commenti e, se volete, con le vostre esperienze.

Un caro saluto a tutti! 

Maria Beatrice

16 febbraio 2012

La continuità della relazione: dal bonding prenatale all’attaccamento postnatale


Buongiorno a tutti voi! 

Oggi ho deciso di introdurre un argomento molto importante e credo interessante relativo alla relazione genitore-bambino: il bonding prenatale e l'attaccamento postnatale.

Come indicato nel mio profilo, da alcuni anni sono Esperta in Psicopedagogia Prenatale (o, meglio, Psicologia e Educazione Prenatale) ANPEP. Non fate quella faccia...  adesso mi spiego!

Nel lontano 2002, girovagando in una libreria alla ricerca di qualche titolo interessante, trovai "L'alba dei sensi", un libro che prometteva di svelare le percezioni sensoriali del feto e del neonato. Non avevo la minima idea di cosa avrei trovato in quel libro ma proprio la mia mancanza di conoscenza dell'argomento mi spinse ad acquistare il libro. Mi è sempre piaciuto scoprire nuovi mondi!

Quello fu uno dei momenti di svolta della mia vita perchè acquistare e leggere quel libro mi aprì un universo sconosciuto: quello della vita prenatale.

Mi ricordo che ero assolutamente entusiasta di questa scoperta e per settimane non feci altro che leggere, studiare e documentarmi. Ero letteralmente rapita da quello che apprendevo e mi chiedevo come avessi potuto ignorare la realtà della vita prenatale fino a quel momento (in realtà mi chiedevo anche come fosse possibile aver studiato la psicologia dell'età evolutiva senza che i testi universitari facessero riferimento decorosamente alla realtà psichica del feto e alla relazione di attaccamento prenatale tra genitori e feto!).

Decisi che volevo saperne di più e contattai l'ANPEP - Associazione Nazionale di Psicologia e Educazione Prenatale per avere informazioni sui corsi di formazione per psicologi da loro proposti.
Dopo due anni avevo terminato il mio percorso di studio ed ero pronta a darmi da fare per mettere in pratica quello che avevo appreso.

Lavoravo già al Centro per il Bambino e la Famiglia di Bergamo e nel 2005 proposi di organizzare un Convegno sul tema della continuità della "care" tra il prima e il dopo la nascita. Fu un'esperienza emozionante e davvero impegnativa ma ero orgogliosissima di essere riuscita a dare un inizio significativo a questo mio nuovo percorso professionale. Da lì nacquero i servizi del progetto "Le Radici e le Ali", dedicati alla gravidanza e alla "care" della neofamiglia fino ai tre anni di vita del bambino. Iniziai a confrontarmi anche con molte mamme nel web, attraverso i forum di GOL - GravidanzaOnLine, Mammeonline, Forumsalute... Un periodo incredibilmente fertile e produttivo.

Ho pensato di condividere con voi questo racconto personalissimo perchè ogni volta che mi metto a ricostruire quella fase della mia vita mi sento piena di gratitudine e la gratitudine è benefica e terapeutica, sempre.

Torniamo all'ANPEP: nel 2006 mi chiese di pubblicare un articolo su "Il Giornale di Psicologia e di Educazione Prenatale" (organo ufficiale dell'associazione del cui comitato scientifico ho iniziato a far parte alcuni anni dopo) sul tema dei "Legami nella vita nascente".

Vi propongo di leggerlo, sperando che possa accendere anche in voi la curiosità di scoprire qualcosa di più rispetto al mondo della vita prenatale: la vera matrice di ognuno di noi.

Buona lettura e, come sempre, sarò felice di ricevere i vostri feedback in merito! 

Maria Beatrice 

16 dicembre 2011

"La nuova gravidanza"

Un post per segnalare alla vostra attenzione questa pagina web, in cui è possibile leggere l'intervista rilasciata dal famoso dr. Semprini in merito a quella che lui definisce "La nuova gravidanza".

Qui invece potete leggere il commento rilasciato da due professionisti dello staff di UPPA - Un Pediatra Per Amico.

Questo è uno di quei momenti in cui mi sento molto orgogliosa della mia "arretratezza" e molto dispiaciuta per tutti coloro che, leggendo il libro di Semprini, penseranno che ciò che dice sia la "verità" e non le sue personalissime (e contestabilissime) opinioni personali.

Un saluto a tutti,
Maria Beatrice