22 gennaio 2013

C'è dinamite nella lode!



Buonasera a tutti, amici e lettori di Educazione Consapevole.

Eccomi di nuovo qui a scrivere, un po' per riordinare i pensieri, un po' per condividerli con voi.

Questo post nasce dall'aver ritrovato nel cassetto del mobile in salotto alcuni filmati su miniDV di quando il Piccolo Uomo era piccolo. Ma proprio piccolo piccolo, un pulcino spiumato di pochi mesi, tutto occhioni sgranati e parlottio cinguettante.

Un piccolo nuovo essere umano alle prese con il mondo, alla ricerca di senso in mezzo ad un bailamme di suoni, odori, immagini, oggetti, persone, situazioni...

Sull'onda delle idee di Piagetiana memoria, passavo moltissimo tempo ad osservare il Piccolo Uomo mentre incrociava gli occhi di fronte al dirigibile colorato della palestrina, gorgheggiava irripetibili sequenze di suoni alla presina tirolese della cucina, cercava di afferrare lo sfuggente sonaglietto appeso di fronte al suo naso nella sdraietta (ebbene sì, la sdraietta. Abbiamo usato anche quella, il Piccolo Uomo soffriva di reflusso... E io non avevo fatto amicizia con la fascia ad anelli che mi avevano prestato e quindi...).

E non paga di queste lunghe e articolate osservazioni, ovviamente, registravo spessissimo il tutto, per ricordo, per affetto, per lavoro (tra voi c'è chi può testimoniare di aver visto qualche filmato del Piccolo Uomo nei miei corsi di formazione!).

Mi sono messa a guardare alcuni di questi filmati e, vi dico la verità, mi si è un po' gelato il sangue nelle vene

Perchè la mia presenza era incredibilmente evidente, sebbene non mi si vedesse mai (a parte magari una mano, una gamba) e mi si sentisse come "voce fuori campo". Riempivo l'agire del mio piccolo uomo di mille commenti, di sproni, di incoraggiamenti, di lodi enfatizzate da far invidia a Ivar Lovaas ("braaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaavooooooooooooooooooooo").

Insomma: piena di entusiamo, amore materno e buona volontà personale e professionale, per il mio Piccolo Uomo tracciavo i contorni di un inconsapevole cammino. Quello del "vizio della lode".

Con le mie continue approvazioni, non solo stavo disturbando costantemente la capacità del piccolo uomo di "bastare a se stesso", trovando soddisfazione nella sensazione tattile di un sonaglio tra le dita, nel suono di una maracas shackerata, nella caduta di una forma attraverso il foro con la sagoma corretta; stavo gettando le basi di un bisogno indotto. Un vizio. Di quelli veri.

Perchè i vizi esistono. Oh, se esistono! 

E non hanno nulla ma proprio nulla a che fare con i bisogni dei bambini. Ne sono la brutta copia, l'immagine riflessa dallo specchio deformante. 

I vizi sono bisogni grotteschi, inutili, odiosi. Cacofonici orpelli di una mente cui complichiamo il percorso, incoscienti e inconsapevoli di farlo.

Il "vizio della lode" conduce il bambino a sentire la necessità di un'approvazione esterna e pressochè incessante su ciò che fa. Lo conduciamo noi, a questo indesiderabile traguardo. Con i continui "bravo" di qui e "bravo" di là, sostituiamo la nostra approvazione esterna alla sua soddisfazione interna, personale. E così facendo, induciamo nel bambino pure la cosiddetta "ansia da prestazione".

Ora: vi prego di non smettere ex abrupto di lodare i vostri figli se finora è stata vostra abitudine farlo. Sarebbe come far mancare loro la terra sotto i piedi all'improvviso.

Iniziamo a commentare, descrivere, domandare... circa i disegni, i mille lavoretti di scuola, le torri con i cubi, le forme con la pasta da modellare... Invece di dire "bravo!" di fronte ad un disegno, ad esempio, diciamo "è un disegno allegro e coloratissimo". Di fronte ad una torre pericolante che viene fatta cadere diciamo "è caduta!! Che rumore simpatico!". Limitiamoci anche a sorridere e ad approvare con lo sguardo, quando i nostri bimbi lavorano da soli. 

Impariamo la discrezione; abbiamo tra le mani preziose menti cristalline!

L'essere umano ha bisogno di approvazione. L'errore sta nel pensare di doverla aspettare dall'esterno. 

Teniamo sempre presente che la lode è come la luce per una pianta: necessaria, non può e non deve mancare. Tuttavia, non esageriamo in quantità, rischiamo di bruciare il giovane virgulto. E, soprattutto, non sostituiamo il sole interno del bambino con la nostra (triste) lampadina posticcia.

Impariamo, fondamentalmente, a non interferire con il percorso di crescita e sviluppo naturalmente orientato che ogni essere umano in divenire possiede. In questo la pedagogia Montessori è maestra. Seguiamone l'esempio.

C'è dinamite, nella lode. Maneggiamola con cura. 

Buona notte a tutti!
Maria Beatrice 

PS: per una curiosa coincidenza temporale, mentre pensavo alla stesura di questo post, una mamma del gruppo facebook di Educazione Consapevole poneva proprio domande sul significato di lodare o meno i bimbi e come, quando e quanto farlo. Ne è uscita una discussione davvero interessante. Venite a trovarci nel gruppo e partecipate anche voi!

PS 2: se vi sembra difficilissimo cambiare l'abitudine alla lode, siete in buona compagnia. Perfino stasera, con questo post in testa, di fronte al risultato del collage creato insieme al Piccolo Uomo mi è scappato un "siamo bravisssssssssimi!!" Che dite, c'è speranza anche per me?  

3 commenti:

Peppina ha detto...

Bea... BRAVA! :P Però davvero non facciamole nemmeno mancare le lodi... Sono cresciuta senza mai un "brava" per un voto, un lavoro, un traguardo... I miei genitori pensavano fosse semplicemente "il mio dovere" e me lo dicevano pure... Ora sono dipendente dalla lode forse più che se me ne avessero fatte! La giusta misura, ecco, proviamoci :)

diana ha detto...

http://gemelligioielli.blogspot.it/2013/01/bravo-bravo-bravo-bravissimo.html

la mia riflessione non essendo breve l'ho scritta qui!

Educazione Consapevole ha detto...

Mie care, un tema che sta a cuore a tante mamme, quello della lode. Impariamo a leggere nel nostro cuore e nel nostro passato per aprire la mente ad un nuovo futuro! Un abbraccio ad entrambe :)