Buonasera a tutti, amici e lettori di Educazione Consapevole.
Eccomi
di nuovo qui a scrivere, un po' per riordinare i pensieri, un po' per
condividerli con voi.
Questo
post nasce dall'aver ritrovato nel cassetto del mobile in salotto
alcuni filmati su miniDV di quando il Piccolo Uomo era piccolo. Ma
proprio piccolo piccolo, un pulcino spiumato di pochi mesi, tutto
occhioni sgranati e parlottio cinguettante.
Un
piccolo nuovo essere umano alle prese con il mondo, alla ricerca di
senso in mezzo ad un bailamme di suoni, odori, immagini, oggetti,
persone, situazioni...
Sull'onda
delle idee di Piagetiana memoria, passavo moltissimo tempo ad
osservare il Piccolo Uomo mentre incrociava gli occhi di fronte al
dirigibile colorato della palestrina, gorgheggiava irripetibili
sequenze di suoni alla presina tirolese della cucina, cercava di
afferrare lo sfuggente sonaglietto appeso di fronte al suo naso nella
sdraietta (ebbene sì, la sdraietta. Abbiamo usato anche quella, il
Piccolo Uomo soffriva di reflusso... E io non avevo fatto amicizia
con la fascia ad anelli che mi avevano prestato e quindi...).
E
non paga di queste lunghe e articolate osservazioni, ovviamente,
registravo spessissimo il tutto, per ricordo, per affetto, per lavoro
(tra voi c'è chi può testimoniare di aver visto qualche filmato del
Piccolo Uomo nei miei corsi di formazione!).
Mi
sono messa a guardare alcuni di questi filmati e, vi dico la verità,
mi si è un po' gelato il sangue nelle vene.
Perchè la mia presenza era incredibilmente evidente, sebbene non mi si vedesse mai (a parte magari una mano, una gamba) e mi si sentisse come "voce fuori campo". Riempivo l'agire del mio piccolo uomo di mille commenti, di sproni, di incoraggiamenti, di lodi enfatizzate da far invidia a Ivar Lovaas ("braaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaavooooooooooooooooooooo").
Perchè la mia presenza era incredibilmente evidente, sebbene non mi si vedesse mai (a parte magari una mano, una gamba) e mi si sentisse come "voce fuori campo". Riempivo l'agire del mio piccolo uomo di mille commenti, di sproni, di incoraggiamenti, di lodi enfatizzate da far invidia a Ivar Lovaas ("braaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaavooooooooooooooooooooo").
Insomma:
piena di entusiamo, amore materno e buona volontà personale e
professionale, per il mio Piccolo Uomo tracciavo i contorni di un
inconsapevole cammino. Quello del "vizio della lode".
Con
le mie continue approvazioni, non solo stavo disturbando
costantemente la capacità del piccolo uomo di "bastare a se
stesso", trovando soddisfazione nella sensazione tattile di un
sonaglio tra le dita, nel suono di una maracas shackerata, nella
caduta di una forma attraverso il foro con la sagoma corretta; stavo
gettando le basi di un bisogno indotto. Un vizio. Di quelli veri.
Perchè
i vizi esistono. Oh, se esistono!
E non hanno nulla ma proprio nulla a che fare con i bisogni dei bambini. Ne sono la brutta copia, l'immagine riflessa dallo specchio deformante.
I vizi sono bisogni grotteschi, inutili, odiosi. Cacofonici orpelli di una mente cui complichiamo il percorso, incoscienti e inconsapevoli di farlo.
E non hanno nulla ma proprio nulla a che fare con i bisogni dei bambini. Ne sono la brutta copia, l'immagine riflessa dallo specchio deformante.
I vizi sono bisogni grotteschi, inutili, odiosi. Cacofonici orpelli di una mente cui complichiamo il percorso, incoscienti e inconsapevoli di farlo.
Il
"vizio della lode" conduce il bambino a sentire la
necessità di un'approvazione esterna e pressochè incessante su ciò
che fa. Lo conduciamo noi, a questo indesiderabile traguardo. Con i
continui "bravo" di qui e "bravo" di là,
sostituiamo la nostra approvazione esterna alla sua soddisfazione
interna, personale. E così facendo, induciamo nel bambino pure la
cosiddetta "ansia da prestazione".
Ora:
vi prego di non smettere ex abrupto di lodare i vostri figli se
finora è stata vostra abitudine farlo. Sarebbe come far mancare
loro la terra sotto i piedi all'improvviso.
Iniziamo
a commentare, descrivere, domandare... circa i disegni, i mille
lavoretti di scuola, le torri con i cubi, le forme con la pasta da
modellare... Invece di dire "bravo!" di fronte ad un
disegno, ad esempio, diciamo "è un disegno allegro e
coloratissimo". Di fronte ad una torre pericolante che viene
fatta cadere diciamo "è caduta!! Che rumore simpatico!".
Limitiamoci anche a sorridere e ad approvare con lo sguardo, quando i
nostri bimbi lavorano da soli.
Impariamo la discrezione; abbiamo tra le mani preziose menti cristalline!
Impariamo la discrezione; abbiamo tra le mani preziose menti cristalline!
L'essere
umano ha bisogno di approvazione. L'errore sta nel pensare di doverla
aspettare dall'esterno.
Teniamo sempre presente che la lode è come la luce per una pianta: necessaria, non può e non deve mancare. Tuttavia, non esageriamo in quantità, rischiamo di bruciare il giovane virgulto. E, soprattutto, non sostituiamo il sole interno del bambino con la nostra (triste) lampadina posticcia.
Teniamo sempre presente che la lode è come la luce per una pianta: necessaria, non può e non deve mancare. Tuttavia, non esageriamo in quantità, rischiamo di bruciare il giovane virgulto. E, soprattutto, non sostituiamo il sole interno del bambino con la nostra (triste) lampadina posticcia.
Impariamo,
fondamentalmente, a non interferire con il percorso di crescita e
sviluppo naturalmente orientato che ogni essere umano in divenire
possiede. In questo la pedagogia Montessori è maestra. Seguiamone
l'esempio.
C'è dinamite, nella lode. Maneggiamola con cura.
C'è dinamite, nella lode. Maneggiamola con cura.
PS:
per una curiosa coincidenza temporale, mentre pensavo alla stesura di
questo post, una mamma del gruppo facebook di Educazione Consapevole poneva proprio domande sul significato di lodare o meno i bimbi e
come, quando e quanto farlo. Ne è uscita una discussione davvero
interessante. Venite a trovarci nel gruppo e partecipate anche voi!
3 commenti:
Bea... BRAVA! :P Però davvero non facciamole nemmeno mancare le lodi... Sono cresciuta senza mai un "brava" per un voto, un lavoro, un traguardo... I miei genitori pensavano fosse semplicemente "il mio dovere" e me lo dicevano pure... Ora sono dipendente dalla lode forse più che se me ne avessero fatte! La giusta misura, ecco, proviamoci :)
http://gemelligioielli.blogspot.it/2013/01/bravo-bravo-bravo-bravissimo.html
la mia riflessione non essendo breve l'ho scritta qui!
Mie care, un tema che sta a cuore a tante mamme, quello della lode. Impariamo a leggere nel nostro cuore e nel nostro passato per aprire la mente ad un nuovo futuro! Un abbraccio ad entrambe :)
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