6 dicembre 2019

Come (e perchè) riordinare con i bambini - seconda parte

Cari amici di Educazione Consapevole®,
ieri ho visto con piacere che la prima parte di questo articolo sul tema del "Riordinare" ha ricevuto apprezzamento di "pubblico e critica" sui canali Facebook di questo Progetto (Gruppo Genitori e FanPage Ufficiale).

Sono felice di aver suscitato interesse e sollevato questioni/domande/dubbi su questo aspetto della vita quotidiana del bambino piccolo e di chi si prende cura di lui.

Come anticipato e promesso, ecco qui la continuazione del contributo che ho preparato per voi (avevamo affrontato i primi 3 punti del discorso e da lì ripartiamo):

4. Il riordino è un atto di fiducia.
Ebbene sì. Nel riordino c'è una componente emotiva molto importante, che riguarda la relazione tra il bambino e il mondo e, inoltre, tra il bambino e l'adulto che invita a riordinare.
Riordinare significa sapere che gli oggetti continuano ad esistere anche quando non li vediamo fisicamente: un bambino "impara" questo fenomeno intorno ai 9 mesi (si chiama "Permanenza dell'oggetto") e poi lo affina sempre più nel tempo. Riordinare i giocattoli e metterli via, ognuno al suo posto e in modo che non siano in vista, significa allenare la mente a capire questo meccanismo ricorsivo di comparsa/scomparsa/ritorno.

Un momento del riordino condiviso con adulti e bambini allo Spazio Gioco di Curno, alcuni anni fa. 

A volte i bambini hanno bisogno di rassicurazione e chiedono (anche più e più volte) dove sono i tanto amati giocattoli. E' importantissimo che le loro richieste vengano ascoltate e che venga fornita una risposta paziente e rassicurante: se il bambino ha partecipato al riordino sarà per lui più facile accettare la risposta dell'adulto, confortata dai dati di realtà immagazzinati nella memoria del bambino stesso

Vi è inoltre, nel riordino, un aspetto di fiducia del bambino nei confronti dell'adulto: a volte i bambini si oppongono alle nostre richieste perchè non le capiscono del tutto, oppure perchè non hanno su di esse alcun margine di controllo, o ancora perchè hanno bisogno di maggior tempo e rassicurazione. 

Paura, Trust, Via, Dritto

Quante volte ho invitato genitori e nonni a non insistere troppo le prime volte che si chiede ad un bambino di partecipare al riordino: quasi sempre basta trovare parole diverse per spiegare, basta dare più tempo o trovare un'alternativa più interessante per far avvenire il piccolo-grande miracolo di una manina che da serrata diventa aperta e lascia andare un oggetto prima trattenuto con tutte le forze!

Attraverso la costanza, il rispetto e la pazienza si ottengono due risultati: una relazione più solida con il bambino e l'aumento della sua fiducia nei nostri confronti.

5. Il riordino è occasione di protagonismo attivo e di consolidamento di competenze.
Tutti i bambini possono partecipare al momento del riordino: anche quelli che non camminano, non si muovono, e che magari neanche stanno seduti da soli!

Basta che ci sia un adulto che accetti di fare da "ponte" tra il bambino e l'atto del riordinare, che offra al bambino - anche molto piccolo - l'esperienza di vedere "come si fa".

Occhio, Ragazza, Blu, Faccia, Vicino

Ogni volta che in magazzino mi raggiunge un adulto che tiene in braccio un piccolo di pochi mesi e, in mano, un qualsiasi oggetto di gioco che va riordinato, mi si spalanca il cuore!

Quell'adulto sta svolgendo un preziosissimo compito, perchè offre al bambino un modello da osservare (e da imitare in un prossimo futuro) e, contemporaneamente, gli permette di partecipare in modo associato ad un momento significativo dell'attività di gioco e dello stare insieme in uno stesso ambiente. Attraverso l'azione collaborante dell'adulto e in modo rispettoso della sua persona, il bambino esplora un modo di stare-nel-mondo che, di per sè, gli sarebbe ancora del tutto precluso.

6. Il riordino è l'anticamera della concentrazione.
Questo è proprio fondamentale: l'ordine è il presupposto ideale alla possibilità di focalizzare la propria attenzione su qualcosa.

Nel momento in cui io svuoto un ambiente di gioco e creo in esso dello spazio, sto gettando le basi per l'interesse del bambino su una nuova proposta che posso fare in seguito al riordino.

Il cervello umano ha risorse inimmaginabili, davvero enormi, ma per imparare a funzionare in modo efficace ha bisogno di un ambiente che lo aiuti a concentrare l'attenzione su una proposta alla volta. 

Frecce, All'Interno, Pressione

Nel momento dell'accoglienza ognuno gioca con ciò che desidera ma, al momento dell'attività (musicale, motoria, grafico-pittorica, manipolativa ecc.) l'attenzione e l'interesse dei bambini vengono convogliati su una proposta che ha un'identità precisa e confini chiari (che possono essere, ad esempio, le semplici regole di sicurezza necessarie all'incolumità di tutti).

L'alternanza tra momenti destrutturati (come il gioco libero in accoglienza) e strutturati (come la proposta di attività), così come l'alternanza tra attività più strutturate (come le attività per infilare) e meno strutturate (come l'esplorazione della carta delle uova pasquali) permettono a tutti i bambini di trovare qualcosa che sia nelle proprie "corde".

Per ogni bambino è possibile trovare una proposta che non potrà rifiutare (dopo aver riordinato, ovviamente!)

7. Il riordino è tollerare la separazione, è capacità di attendere, è sperimentare il desiderio.
Last but not least ecco un'ultima, importantissima parte del discorso che stiamo facendo in relazione al riordino.

Tollerare la separazione: nel momento in cui chiediamo ad un bambino di interrompere un'attività che sta facendo per occuparsi del riordino, gli stiamo domandando un grande sforzo, che richiede alcune accortezze (avvisare per tempo che l'attività sta per terminare, mettere in conto che potrebbe voler finire ciò che sta facendo o che potrebbe opporsi attivamente).

Lasciare un giocattolo, fermare un gioco in corso... significa tollerare una separazione, accettare un confine. A seconda del temperamento del bambino, delle risorse che possiede in quel momento, del nostro modo di porre e affrontare la questione, il risultato può essere molto diverso e, magari, del tutto scoraggiante!

Grido, Maltempo, Pioggia, Gocciolamento

Se così fosse chiediamoci: ho fatto e sto facendo le cose in modo da aiutare il mio bambino a sopportare la fatica di "lasciare andare"? Sono stata rispettosa del suo modo di essere, gli ho dato il tempo necessario, sono stata chiara e comprensibile in ciò che ho detto, coerente in ciò che ho fatto? 

Imparare a tollerare la separazione è molto importante per la crescita di un cucciolo d'uomo: persino il riordino dei giocattoli può essere utile allo scopo!

Capacità di attendere: mentre il bambino collabora a metter via i tanto amati giocattoli, si fa spazio per qualcosa d'altro nella sua mente. Si apre una dimensione di novità che, tuttavia, ancora non è realmente presente ma che è - per così dire - dietro l'angolo.

E il bambino, mentre chiude dietro di sè l'esperienza di gioco precedente e ancora non sta toccando con mano la proposta successiva (che può essere uscire, mangiare, cambiare attività ecc.) fa un'importante esperienza: quella dell'attesa.

Pressoché ogni adulto che conosco (me compresa) si è lamentato almeno una volta del fatto che i bambini "non sanno aspettare". Ma come si fa ad imparare ad aspettare? Servono di sicuro l'occasione per farlo e l'aiuto consapevole di un adulto che, con le giuste parole e qualche accortezza dettata dalla conoscenza del bambino e dello sviluppo infantile, mettano il bambino in condizione di sperimentare l'attesa.

Il modo migliore per imparare ad aspettare è... aspettare!

Grazie al riordino - che in fin dei conti è anche un rito di chiusura del gioco - il bambino fa esperienza dello svolgersi delle attività nel corso del tempo, apre e chiude esperienze e può così trovare allenamento efficace della propria capacità di attendere.

Sperimentare il desiderio: cosa significa?
Desiderare è qualcosa di necessario alla salute mentale di ogni essere umano. Il desiderio è volontà che si proietta nel futuro, è fame di un cibo che non si ha tra le mani, è capacità di aspettare e tollerare il vuoto (ancora!).

Pensione, Passo, L'Un L'Altro, Seguente

Il desiderio è ciò che permette ad un essere umano di non essere compulsivo, cioè di non essere schiavo delle proprie pulsioni. Desiderare significa avere le basi necessarie (e non sufficienti) per governare la propria persona, per esercitare una forma di dominio di sè.

So che possono sembrare enormi paroloni, poco adatti alla realtà di un bambino piccolo come quello cui mi riferisco in questo articolo; eppure ogni adulto è stato bambino e, come diceva Maria Montessori, "Il bambino è padre dell'uomo".

Niente viene dal niente e ciò che i nostri bambini sperimentano quotidianamente durante la primissima e prima infanzia contribuisce in modo decisivo a modellare la loro futura personalità.

E come può il riordino far sperimentare il desiderio? Semplicissimo!

Ditemi: qual'è la strategia probabilmente più usata  per convincere un bambino a riordinare?

Non è forse promettergli qualcosa che gli piace o gli interessa, che lo attende dopo il riordino

"Dai che dopo andiamo a cantare", "mettiamo a posto questi giochi che poi Maribea ci porta una sorpresa" ... ne sento direttamente dalle vostre bocche ogni giorno, di frasi simili a queste!

E fate bene a dirle ai bimbi: perchè dite la verità. Mai promettere qualcosa che poi non manterrete, solo per "comprare"il consenso del bambino nel momento in cui ci serve ottenerlo. Un patto di fiducia va rispettato.

Cinese, Caratteri, Sfondo, Verità

Eccomi giunta al termine di questo lungo e articolato post, che spero possa essere di valido e concreto aiuto ad ogni adulto che si trovi alle prese con dei giocattoli da riordinare, insieme ai bambini, a casa, a scuola, ovunque.

Un caro saluto a tutti.

Maria Beatrice 😊

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