Il post di oggi sobbolle
nella mia mente da diversi giorni, forse anche un paio di settimane o
giù di lì. E siccome ultimamente ho tempi di gestazione (e
soprattutto travaglio!) lunghi, ecco che soltanto stasera vede la
luce.
L'argomento mi è stato
offerto dal post di una mamma, letto in uno dei gruppi facebook che
seguo. Questa mamma raccontava di come le fosse capitato di salire
sull'autobus con il bimbo in fascia e narrava le reazioni suscitate
negli astanti, riferendosi in particolare ad una coppia di anziane
signore palesemente critiche nei suoi riguardi. Più che critiche...
incomprensibilmente sdegnate e sprezzanti, con un atteggiamento e con
parole al limite dell'aggressività (nonchè del razzismo,
considerando che erano state pronunciate frasi del tipo "come le
africane" e "come le zingare"...).
Una protervia
apparentemente inspiegabile, di certo inappropriata.
E di seguito al post di
questa mamma (sdegnata e parecchio arrabbiata), ecco comparire una
cascata di commenti a lei solidali, conditi – a volte – da quasi
altrettanta aggressività, con espliciti riferimenti all'ignoranza,
alla cattiveria, alla stupidità delle anziane passeggere
dell'autobus in questione.
Vi dirò che anche io mi
sono alterata non poco, leggendo il post di quella mamma, perchè so
cosa significa incontrare sguardi e parole tutt'altro che benevole da
parte dello sconosciuto di turno che incontri per strada e che si
sente autorizzato a giudicare (ad alta voce, ovviamente) il tuo stile
di maternage ad alto contatto (perchè "porti", perchè
allatti in pubblico... e così via).
Eppure, dopo aver letto
tutti quei commenti così accesi e così rabbiosi, ho realizzato che
la catena della rabbia non poteva e non doveva essere l'unica
risposta a quell'episodio. Con una tendenza tutta professionale e
personale, ho operato uno sforzo immaginativo su quelle anziane
signore, così malevole.
Le ho immaginate bambine,
un "tot" di anni fa, in un'epoca di autoritarismo educativo
che poco spazio lasciava alle emozioni e alla tenerezza. Ho pensato
alle bambine che quelle due anziane signore portano ancora dentro,
come ognuno di noi porta in sè il proprio "bambino interiore".
E non ho potuto vedere altro che due bambine arrabbiate, tristi,
invidiose di quella dolcezza e di quella tenerezza così evidenti
nella mamma portatrice e nel suo figliolo portato.
Ho pensato alle persone
incontrate nel tempo che, in vario modo, mi hanno dimostrato
apprezzamento e incoraggiamento, o almeno comprensione e appoggio per
le mie scelte di accudimento. Ho pensato ai loro sorrisi, ai
complimenti, alla nostalgia evidente nelle parole e negli occhi
lucidi di certe nonnine. E ho visto in quelle persone "ex
bambini" amati, bambini consolati, accuditi, coccolati. E ho
visto bambini interiori pacificati e benevoli.
E allora ho postato anche
io un commento in quel post, raccontando la mia visione dei fatti.
Sapete? Ho ricevuto apprezzamento per la mia versione e un paio di
persone, proprio grazie a quel commento, si sono avvicinate alla
realtà di Educazione Consapevole, incuriosite dall'opportunità di
leggere la propria storia di vita (e non solo quella!) in un'ottica
diversa.
Ieri, dopo una bella e
lunga chiacchierata con la mia amica neomammatris (quella della fascia
lunga del post "Effetto fascia 4 – The Ripple Effect"), nella
quale abbiamo parlato anche di questi argomenti, ho deciso di
scrivere questo post. Chissà che, come quel semplice commento su
facebook di qualche giorno fa, anche queste parole di oggi possano
avvicinare qualcuno ad una visione più consapevole e più
comprensiva del proprio ed altrui comportamento. Perchè una volta
compreso che "ognuno dà quel che ha", si riesce perfino ad
addolcire la propria visione del mondo. Quello dentro di noi. E
quello fuori.
Aspetto i vostri
commenti... nel frattempo: buona notte a tutti!
4 commenti:
Ciao Beatrice,
è proprio vero che non possiamo mai conoscere la storia di chi abbiamo di fronte, ne tanto meno il bagaglio che si porta dietro, l'unica soluzione è averne compassione e comprensione.
Come sempre i tuoi post fanno riflettere ;)
Ciao mamma Barbara! Sapessi quanto fanno riflettere me, i miei stessi post... Mi autoeduco ogni volta che li penso e li scrivo!
Un abbraccio forte :)
Ciao Maribea,
sono una nonna a tempo pieno i genitori lavorano e a parte adesso che va all'asilo il piccolo passa tutta la giornata con me,
cerco sempre di mettermi nei panni degli altri, di capire le loro motivazioni e questo mi aiuta molto a reagire meglio che posso alle loro parole ed ai loro gesti.
È difficile ma si può fare. Sono contenta di averti trovato su facebook
Premetto che ci entro poco ma ho deciso di seguirti perché mi piace ciò che dici sui bambini.
Grazie cercherò di leggere o vedere tutti i tuoi post, link e quant'altro
Buona vita piena di serenità e di tutto ciò che ti serve davvero per viverla al massimo.
"E' difficile ma si può fare". Cara nonna, in sole sei parole sei riuscita a sintetizzare TUTTO, ma proprio tutto!
A volte capita che qualcuno mi dica "Eh, Maribea! Ma quello che dici tu è difficile!" e io rispondo sempre chiedendo quando mai ho promesso che non lo sarebbe stato... ;)
E' importante distinguere sempre il valore e la bontà dell'obiettivo dalla fatica che ci vuole per provare a raggiungerlo, perchè altrimenti ci scoraggiamo troppo facilmente.
Niente che valga la pena a questo mondo è "facile" e ciò che lo è di solito vale poco. L'illusione della facilità in tutto è imperante in questa nostra società volubile e fragile. Dobbiamo ricominciare a capire che se ne vale la pena, possiamo insistere e resistere.
Ti ringrazio per le tue parole di stima e di apprezzamento e spero di cuore tu possa continuare a trovare nelle proposte di Educazione Consapevole un buon carburante per il tuo viaggio.
Buona, buonissima vita anche a te e alla tua famiglia!
Maribea
https://lift.bio/maribea.educazioneconsapevole
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